Nsagate: intercettazioni, bocciata riforma, smacco per Obama

b_490_390_16777215_00_images_Nsagate.jpg2014-11-20 - Dopo il voto di Mid-term, cattive e buone notizie si susseguono per il presidente Barack Obama. E la bocciatura al Senato della riforma della National Security Agency (Nsa), l'agenzia di intelligence preposta alle intercettazioni, è senz’altro una cattiva notizia: all'inizio dell'anno, il presidente aveva infatti annunciato l'intenzione di riformare la Nsa e di accrescerne la trasparenza, per riconquistare la fiducia degli americani e dei partner internazionali sulle pratiche delle agenzie di intelligence. L’USA Freedom Act, volta a porre fine allo spionaggio indiscriminato delle telefonate di americani e alleati, non è passata per due soli voti, in un Senato ancora a maggioranza democratica: ha avuto 58 consensi contro i 60 necessari. Decisivo è stato il no del senatore della Florida, democratico, Bill Nelson. La riforma è stata decisa dall'Amministrazione Obama dopo lo scandalo internazionale sulle rivelazioni dell'ex tecnico informatico Edward Snowden. A favore dello USA Freedom Act  si sono invece schierati quattro repubblicani, compreso l'ultra-conservatore texano Ted Cruz. Sul voto ha pesato la preoccupazione di non ostacolare l’intelligence mentre gli Usa combattono l'Isis in Iraq e in Siria. Se la riforma fosse passata, società come Verizon o At&A non sarebbero più state tenute a consegnare i dati delle telefonate alla Nsa, a meno di un ordine speciale da parte della Foreign Intelligence Survelliance Curt. La questione tornerà a porsi il prossimo anno, dopo l’insediamento del nuovo Congresso a maggioranza repubblicana in entrambe le Camere: a giugno 2015 decadranno gli speciali poteri fissati dal Patriot Act, la legge anti-terrorismo approvata dopo l’11/09/1993. (gp)

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