Democratici: O'Malley sfida Hillary e le 'dinastie'

b_490_390_16777215_00_images_Democratici_20150531OMalley.jpgFinalmente, una notizia che viene dai democratici: Martin O’Malley, ex governatore del Maryland, sfida Hillary Clinton per la nomination alla Casa Bianca. O'Malley è considerato un avversario più credibile, e più temibile, del ‘socialista’ Bernie Sanders, il senatore del Vermont finora unico avversario dell’ex first lady. L’ex governatore ha annunciato la candidatura in un parco di Baltimora, la città dove cominciò la sua carriera politica, prima come consigliere comunale e poi come sindaco per due mandati. La sua campagna parte nello Iowa, lo Stato che per primo assegnerà a gennaio del 2016 i delegati alla convention, e prosegue nel New Hampshire. Nel discorso con cui s’è candidato, O’Malley, ex fedelissimo di Bill e Hillary, ha detto che la presidenza degli Stati Uniti "non è una corona che si passa tra due famiglie reali", riferendosi ai Clinton, ma anche ai Bush. Se sarà presidente, lui punta immancabilmente sulla rinascita del "sogno americano, che è stato appeso a un filo", e su una “nuova politica” per l'uguaglianza di tutti i cittadini, la creazione di posti di lavoro con salari più alti e una riforma dell'immigrazione completa. O’Malley denuncia i "potenti interessi" –noi diremmo i poteri forti- che hanno cospirato per riempire le tasche dei ricchi, lasciando indietro un gran numero di cittadini americani, nonostante la presidenza di Barack Obama. "Il nostro sistema economico e politico è rovesciato", sostiene l’ex governatore, "é ora di cambiare". La strada per lo sfidante di Hillary s’annuncia in salita: un primo sondaggio di RealClearPolitics dà un distacco tra i due abissale. Ma O’Malley guarda a una nuova generazione di elettori, soprattutto delle classi sociali più basse, prospettando loro un futuro migliore. Con tre candidati –e nessun altro alle viste-, il campo democratico continua a essere sguarnito rispetto a quello repubblicano, dove a sfidarsi sono già in otto, in attesa che Jeb Bush e Rick Perry –e magari altri- sciolgano la riserva: in ordine alfabetico, Ben Carson, Ted Cruz, Carly Fiorina, Mike Huckabee, Rand Paul, George Pataki, Marco Rubio, Rick Santorum. (fonti varie – gp)

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