Repubblicani: fuori uno, Rick Perry saluta e se ne va

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La decisione era nell’aria: era già rimasto senza soldi, con una squadra di volontari, e restava saldamente ancorato sul fondo della classifica delle preferenze degli elettori: Rick Perry, l’ex governatore del Texas, il più longevo in quel ruolo -oltre 14 anni-, successore di George W. Bush, si ritira dalla corsa alla nomination repubblicana alla Casa Bianca. I sondaggi non gli davano chances, lo vedevano molto indietro rispetto all’attuale battistrada Donald Trump. Anche se la situazione è confusa: outsiders avanti tutta –dietro Trump, spunta il neuro-chirurgo nero Ben Carson-; favoriti della vigilia in difficoltà. In un discorso a St. Louis, Missouri, Perry, 65 anni, ha annunciato di sospendere la sua candidatura alle primarie repubblicane. L’ex governatore aveva qualche sostegno nel Tea Party e nella destra del partito, ma non abbastanza per restare in corsa. Perry si era già candidato alla nomination nel 2012, ma una serie di gaffe lo avevano penalizzato, quando pareva lanciato – decisiva la sortita televisiva in cui s’era impappinato sui punti principali del suo programma -, spianando la strada a Mitt Romney, poi sconfitto da Barack Obama. Con il ritiro di Perry, restano in lizza 16 aspiranti alla nomination repubblicana, un gruppo finora dominato dal magnate dell’immobiliare e showman Trump, Nell’annunciare l’uscita di scena, Perry ha detto: “Abbiamo una gamma di candidati formidabile, probabilmente il miglior gruppo di uomini e donne di questo Paese. Mi ritiro sapendo che il nostro partito è in buone mani”. Da quando era sceso in lizza, a giugno, Perry non era mai riuscito a imporsi all’attenzione. Trump lo aveva pure preso in giro: “Si mette gli occhiali per apparire più intelligente”. (fonti varie - gp)

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