Repubblicani: Carson, il guru che meno parla più avanza

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Che Donald Trump ballasse un’estate in testa ai sondaggi per la nomination repubblicana, non è nella logica delle cose, ma ci può stare: il magnate dell’immobiliare è uno showman capace d’attirare su di sé le attenzioni e, finché non stanca, magari pure la simpatia d’un certo pubblico. Ma che l’autunno fosse la stagione di Benjamin ‘Ben’ Carson, 64 anni, ex neuro-chirurgo, l’unico nero del folto lotto di candidati repubblicani, non l’avrebbe proprio detto nessuno.

 

Carson non ha vinto nessuno dei tre dibattiti in diretta televisiva: quando sta sul palco, pare assista ad una partita di tennis, limitandosi a girare la testa verso chi parla e dicendo il meno possibile, senza neppure un’oratoria particolarmente apprezzabile. Eppure, quest’altro campione dell’anti-politica è ora balzato in testa ai sondaggi scavalcando Trump e conquistando quasi il 30% delle preferenze dei potenziali elettori repubblicani: mai nessuno così in alto finora, in questa campagna.

 

Certo, le cose vere cominceranno a febbraio, con l’inizio delle primarie. E i politici di professione, intanto, stanno scremando il loro lotto: vengono avanti Marco Rubio, che nei pronostici ragionati fatti da UsaToday è ora il favorito, davanti a Ted Cruz e Chris Christie, mentre Jeb Bush non torna a galla, anzi va sempre più giù. Ma lo strano è che Carson non solo batte oggi tutti i suoi rivali conservatori, ma, secondo un rilevamento Nbc/WSJ, tiene pure testa a Hillary Clinton, che, invece, sconfigge più o meno nettamente tutti gli altri (Trump lo straccia, 50% a 42%).

 

Il dottor Carson, che viene dal Michigan, da Detroit, ha una storia professionale eccezionale, ma non ha storia politica: come Trump, è la prima volta che si candida a qualche cosa in vita sua –e c’è chi ironizza sulla scelta d’iniziare dal vertice-; e non ha mai amministrato la cosa pubblica.

 

Talento precoce, dotato di una straordinaria coordinazione tra occhio e mano, divenne direttore della neurochirurgia pediatrica al Johns Hopkins Hospital prima di compiere 34 anni, nel 1977 (e mantenne il posto per 36 anni). Nel 1987, Carson entrò nella storia della medicina separando una coppia di gemelli siamesi tedeschi uniti per la testa: prima di allora, nessuno ci era mai riuscito e molti suoi colleghi avevano preferito non provarci.

 

Vinto un cancro alla prostata, insignito nel 2008 dal presidente George W. Bush della Medaglia della Libertà, massima onorificenza civile americana, Carson, sposato con Candy dal 1975, tre figli, cominciò a girare l’America e le tv, tenendo discorsi motivazionali rivolti ai giovani ed elaborando la sua visione di ‘Think Big’, ‘Pensa in grande’, dalle iniziali in inglese di talento, o tempo, speranza, discernimento, gentilezza, conoscenza e libri, approfondimento, dio.

 

E già, perché l’aspetto religioso non poteva mancare in questo ultra-conservatore che piace molto alla destra fondamentalista: appartiene alla Chiesa avventista del settimo giorno, una congregazione relativamente minore, un movimento religioso nato nel XIX Secolo, proprio nel Michigan, seguendo la sua profetessa Ellen Gould White. Trump, che non è proprio un baciapile, ci ironizza su.

 

Adesso che è sotto i riflettori di Usa 2016, la stampa fruga nel suo passato. The Daily Beast scopre che il dottor Carson è stato denunciato almeno otto volte per errori medici –ma negli Usa la pratica è molto più diffusa che da noi; e lui non si tirava indietro davanti ai casi difficili-. E i suoi rivali non gli perdonano l’approssimazione dei suoi programmi economici, anche quando si parla d’assistenza sanitaria. Lui, più cerca di spiegarsi più s’ingarbuglia: per questo, forse, nei dibattiti, se può, sta zitto; e ruota la testa ora a destra ed ora a sinistra. Con l’aria di chi la sa lunga; o non sa bene dov’è.

 

Citazioni - Carson sull’assistenza sanitaria: “Vedrete che la mia alternativa è molto meglio di qualsiasi altra vostra cosa”.

 

Carson sul riscaldamento globale, per cui non riconosce la responsabilità umana: “E’ un dibattito irrilevante, che ci distrae dalla protezione dell’ambiente”.

 

La sua autobriografia, uscita anche in Italia, s’intitola modestamente: "Mani miracolose - La biografia di un uomo straordinario che dona a bimbi morenti una seconda possibilità di vita".

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