8 novembre 2016 Election Day: il conto alla rovescia

 

Gli States al voto e le virtù per entrare alla Casa Bianca

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Le urne sono e saranno roventi da Denver a Dallas, da Sacramento a Indianapolis, da Seattle a Miami. Ma non c’è solo il presidente degli Stati Uniti d’America in ballo, nel voto che i cittadini a stelle strisce esprimeranno il prossimo novembre, come già nella lotta interna a democratici e repubblicani nell’ora incerta delle primarie.

Di più: dai seggi sparsi in lungo e in largo nella home of the braves verrà fuori “un leader universale, un decisore globale, un visionario mondiale; un presidente che determinerà il destino della razza umana”. Parole dalle tinte nitide e dalla portata travolgente quelle che usa Emilio Iodice nel tracciare il ritratto dell’inquilino della Casa Bianca di ogni tempo, e ancor più di quello che esprimerà il 2016, “che segnerà il futuro degli Stati Uniti e del mondo intero per tutto il resto del XXI secolo”.

Iodice, diplomatico, storico e scrittore, oggi docente universitario (guida il campus romano della Loyola University di Chicago), ha da poco dato alle stampe (in inglese) il volume “2016 Selecting the President: the most important decision you will ever make” (Create Space, Independent Publishing Platform, Lrg edition, December 2015, 338 pagine): non un endorsement a l’uno o l’altro dei candidati in campo ma una rassegna “delle qualità che dovremo aspettarci dal presidente degli States, perché egli possa davvero essere leader di un mondo libero che si sforza di fornire opportunità per tutti, in una cornice di libertà”.

Scrive Iodice nella prefazione al suo testo che “se guidati dalla giusta leadership, possiamo provare a risolvere quei grossi problemi che hanno un impatto sulle nostre vite e sulla terra”. Nello Studio Ovale non entrano santi, insiste Iodice nel presentare le virtù che gli statunitensi dovranno selezionare nel loro prossimo Commander in Chief (correttezza, autonomia, equità e raziocinio), ma “non è tollerabile che canaglie croniche controllino l’apparato burocratico del più potente Paese del mondo. Gli americani non sono chiamati ad eleggere solo un presidente, ma un intero governo”, dal momento che toccherà all’inquilino della Casa Banca scegliere e nominare migliaia di funzionari, i quali “dovranno riflettere quelle stesse qualità degli elettori che li hanno (mediatamente, ndr) voluti”.

Ancor più che nelle elezioni che hanno per due volte incoronato Barack Obama, nel voto del 2016 indiscutibile centralità avranno i social media, “piattaforma che consente a tutte le classi sociali di comunicare, dibattere e sfogare i loro sentimenti dal basso verso l’alto, in modo tale che l’establishment intenda di cosa l’elettorato ha bisogno” a questo tornante della storia. Feeling the Bern, ma cum juicio!

Ogni scambio, discussione, dibattito in ogni forma è più che benvenuto, insiste Iodice, “finché non saremo certi di aver selezionato il migliore e più brillante per divenire presidente degli Stati Uniti”.


Emilio Iodice, 2016 Selecting the President: the most important decision you will ever make, Create Space, Independent Publishing Platform, Lrg edition, December 2015, 338 pp.

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