8 novembre 2016 Election Day: il conto alla rovescia

 

Programmi: i piani di Hillary e Donald per la Casa Bianca

00160303WH

Con Hillary Clinton e Donald Trump così avanti nella corsa alla nomination, è giunto il momento di esplorare i programmi di coloro che possono davvero diventare il prossimo presidente degli Stati Uniti. I discorsi della vittoria sono stati pronunciati a Miami, perché entrambe le campagne sono già proiettate sulla prossima tappa, il 15 marzo, con i voti in Florida e in Ohio, due stati cruciali in chiave Election Day, dove vige la regola che il primo prende tutto.

Hillary, che ha un po’ deviato dal suo alveo per lambire a sinistra lo spazio di Sanders il ‘socialista’, si riposiziona al centro nel segno della continuità con Barack Obama, che è ciò che la maggioranza degli elettori democratici le domanda.

Il suo sito, Hillary for America, contiene le risposte a molte più delle domande che vorreste farle: ci sono 112 (e oltre) ragioni per votarla, ci sono i risultati maggiori da lei conseguiti nella sua attività (“ed è solo l’inizio”), ci sono soprattutto in bella evidenza il piano economico per la classe media (alzare i redditi dei lavoratori) e il piano per la giustizia razziale, che va incontro ai desideri d’equità dei neri e dei ‘latinos’, le due ‘costituencies’ che sono suoi serbatoi di voti e di consenso.

Trump lascia intravvedere una svolta moderata: “Sono un unificatore, porto voti”, dice, perché ha bisogno di persuadere elettori di centro e indipendenti. Ma il suo slogan aggressivo ‘Make America Great Again’ è il suo programma: sul suo sito, le priorità sono meno strutturate e le posizioni meno dettagliate. Al primo posto ci sono le relazioni commerciali Usa-Cina; poi misure per i veterani, il taglio delle tasse, la riforma dell’immigrazione (a furia di muri), la conferma del diritto al possesso delle armi, la limitazione del diritto d’ingresso dei musulmani negli Usa.

Diversissime, nei toni e nelle parole, le politiche estere: muscolare e ‘putiniana’ quella di Trump, diplomatica e ‘obamiana’ quella di Hillary. Che, però, non è tipo da porgere l’altra guancia. E, in questo, assomiglia a Donald. (estratti da AffarInternazionali.it e Il Fatto Quotidiano, gp)

Condividi

Per offrirti il miglior servizio possibile Gpnewsusa2016.eu utilizza i cookies. Continuando la navigazione nel sito autorizzi l'uso dei cookies. Per Saperne di Più